Erasmus ad Amsterdam: i consigli pratici (di chi l’ha fatto veramente)

  • max_amsterdam

  • Corso di Laurea in Informatica

    Università degli Studi di Padova (agosto 2014 – luglio 2015)

     

    “Godetevi ogni giorno del vostro erasmus come se fosse l’ultimo.” – Massimiliano

#1 Che consigli daresti a chi è in cerca di una casa o alloggio ad Amsterdam? Qual è la spesa indicativa mensile per l’affitto?

Prima di tutto, prendetevi per tempo. Ad Amsterdam gli appartamenti sono molto costosi: gli affitti vanno da un minimo di 400-500 € a persona per una soluzione condivisa, ai 1000 € per un appartamento di medie dimensioni ad uso personale. Inoltre, gli appartamenti disponibili scarseggiano, perciò la soluzione più frequente, soprattutto per chi viene dall’estero, è quella di condividere casa con altre 3-4 persone. Se siete studenti, non appena siete sicuri di partire, fate assolutamente domanda per la residenza universitaria tramite l’università ospitante. Risparmierete qualche centinaio di euro al mese e, con la borsa Erasmus, riuscirete a pagarvi almeno metà dell’affitto. Certo, in quest’ultimo caso preparatevi anche a condividere bagno e/o cucina con un altra decina di sconosciuti!Nonostante quest’ultima affermazione possa sembrare poco incoraggiante, vi assicuro che, una volta entrati nella mentalità giusta, la convivenza si rivelerà sorprendentemente piacevole!

#2 In generale, come definiresti il costo della vita a Amsterdam?

Nonostante Amsterdam si trovi nel centro-nord dell’’Europa, solitamente considerato costoso, vi sorprenderà scoprire che la città è adatta un po’ a tutti i portafogli. Certo non aspettatevi prezzi stracciati, ma scegliendo il supermercato giusto e prodotti non di marca, il costo della vita è paragonabile a quello di un città medio-grande italiana (Milano, Firenze e Bologna per esempio). La spesa maggiore, come già detto, sarà sicuramente l’affitto.

Per uscite e intrattenimento avrete un’ampia scelta: eventi e festival gratuiti non mancano! In molti ristoranti, turistici e non, spenderete una ventina di euro per una cena composta da una portata principale abbondante con birra. A proposito di birra… fatene scorta! Sicuramente la qualità e il prezzo delle buone bionde Dutch vi faranno dimenticare per qualche ora la mancanza di casa e del cibo italiano. 😉

#3 La lingua è stato un problema? Hai avuto difficoltà ad interagire con la gente locale? Hai seguito qualche corso?

Da questo punto di vista Amsterdam, e più in generale i Paesi Bassi sono avanti anni luce. Praticamente ogni Dutch parla un perfetto inglese e, vista la mole di internationals presenti in città, non avrete difficoltà nell’interazione, nemmeno con i locals. E quando dico “praticamente ogni persona” non scherzo. Mi piace raccontare a tal proposito questo aneddoto: un giorno, dirigendomi verso la mia bici, incrocio un anziano sull’ottantina che vedendomi con la pompetta sotto braccio, mi fa una battuta in Dutch. Mortificato per non aver ancora imparato una risposta standard nella “musicale” lingua autoctona, sfoggio un disinvolto quanto banale “I’m sorry, I don’t speak Dutch”. Tutto molto bello, se non che il mio interlocutore, con un’espressione ancora più mortificata della mia, risponde con un perfect British: “Oh…sorry! I’m not that confident in English to talk about that.”

#4 E’ stato difficile adattarsi allo stile di vita di Amsterdam (ad es. cucina, mezzi di traporto)?

Non più di tanto! Ad Amsterdam la cosa per cui risparmierete più soldi è il trasporto. Il motto sarà infatti: “Use your bike” (Usa la tua bici). I Dutch la usano per andare ovunque! Pomeriggio fuori città? Use your bike! Trasporto quotidiano casa-lavoro? Use your bike! Colloquio importante di lavoro e fuori piove? Use your bike! Non vorrete essere da meno, vero?! Senza contare che guadagnerete salute e persino tempo, dal momento che OGNI strada ad Amsterdam possiede una pista ciclabile e spesso il tram, tra fermate e ritardi, è più lento della vostra bici.

Per quanto riguarda lo stile di vita in generale, è decisamente più nordico del nostro: le giornate iniziano e finiscono presto, si pranza alle 12 e si cena alle 18, le feste nei club finiscono intorno alle 4 della mattina, le cucine nei ristoranti chiudono intorno alle 22, che ci siano potenziali clienti in attesa o meno. Ma non preoccupatevi se vi trovate con un “incomprensibile” attacco di fame, lo street food è molto popolare e potrete rinpinzarvi di frites o kroketten in ogni momento della giornata.Infine sì, vi mancherà il cibo di mamma e in generale tutte le prelibatezze di marchio italiano. Ma guardate il lato positivo, è l’occasione perfetta per conoscere nuovi tipi di cucina internazionale che magari non avevate mai provato e perché no… di cimentarsi in qualche ricetta non propriamente nostrana. In primis dovrete testare la cucina dutch (stamppot e hutspot sono piatti molto popolari), ma what about thailandese, surinamese, argentino, indiano, cinese, giapponese o messicano…?!

#5 Le 3 difficoltà più grandi che hai incontrato nel tuo Erasmus ad Amsterdam:

  1. Sicuramente l’ostacolo più grande è stato l’impatto dei primi giorni con una cultura diversa dalla mia. Per ogni piccola necessità vi sembrerà di dover smuovere un esercito insieme a tutto il vostro coraggio. “Come si fa ad aprire un conto corrente? Ok, e ora come posso avere una SIM Dutch? Fantastico, devo fare la spesa… aspetta! Ho bisogno di accessori di prima necessità per la casa… Dove posso comprarli senza svenarmi? E la bici??? E se mi vendono una ciofeca? Cazz…l’acqua calda non va! Chi chiamo?”.Giuro che, il giorno stesso in cui sono atterrato, una miriade di pensieri come questi hanno affollato la mia mente e l’idea di aver fatto la più grossa cavolata della mia vita e di voler tornare a casa è rimasta con me per più di qualche giorno. Fa tutto parte del processo, non arrendetevi, state crescendo e investendo su voi stessi come poche persone hanno il coraggio di fare.
  2. Sebbene la comunicazione in inglese sia possibile con chiunque, si tratta comunque di una lingua straniera, e molte volte vi sentirete stupidi e incapaci rispetto alla media dei vostri coetanei europei (fortuna che spagnoli e francesi saranno lì a darvi man forte). La mia idea: sbagliate! Strapperete un sorriso a tutti col vostro pessimo accento, confondendo magari le parole tra di loro. Fa tutto parte del vostro bagaglio di esperienza, che, per citare un mio professore “è ciò che ottieni quando non ottieni ciò che vuoi”.
  3. I Dutch sanno essere ospitali e cordiali come non mi sarei mai aspettato da una popolazione nord-europea, ma la mentalità rispetto alle amicizie resta comunque diversa è più distaccata. Per entrare in intimità con un nativo, infatti, dovrete far ben altro che passare una serata insieme, come accadrebbe con un sud-europeo (ancora una volta, grazie cugini mediterranei!). Infine, sappiate che il tempo, principale fonte d’ispirazione per argomenti attacca-bottone, NON sarà dalla vostra parte. Arrendetevi all’idea. Ad Amsterdam piove. Ieri pioveva, oggi piove, domani pioverà. La costante è quella. E come se la pioggia non fosse abbastanza per infierire su noi fortunati bimbi coccolati da Alpi e Mediterraneo, ci penserà il vento. Molto vento. Non per niente i Paesi Bassi sono la terra dei mulini. Ricordo benissimo una foto di gruppo con sciarpa, guanti e cappotto pesante, intitolata “16 Maggio”. Ma ehi! Guardiamo il lato positivo. Non è certo questo che scoraggia i Dutch dall’usare la loro bici ogni santo giorno! Se lo fanno loro potete farlo anche voi, no?! 🙂 Insomma, abituatevi a quest’idea, e sarete in grado di apprezzare una giornata di sole come mai avreste pensato.

#6 I 3 aspetti migliori del tuo Erasmus ad Amsterdam:

Ehm…Amsterdam di per sé?! Ok, so che può suonare presuntuoso, quindi lasciatemi spiegare quest’affermazione. Quando parlo di Amsterdam non parlo di una città, non parlo di un insieme di abitazioni e monumenti con uno stile architettonico unico al mondo, delimitati da una cintura di canali e ponti che può benissimo fare invidia al panorama veneziano. Non parlo dei campi di tulipani e della tradizione artigiana degli zoccoli, dei villaggi contornati da mulini a vento, della parata di Sinterklaas il 6 dicembre e dei bambini trepidanti per il lancio dei dolciumi, del suono dei campanelli delle biciclette che scorazzano per la città in orario di punta, dei festival a cielo aperto a Vondelpark, degli infiniti mercatini alternativi e hipster in cui provare cibo e oggetti che mai avreste pensato di vedere, del sorprendersi a sorridere in una notte di autunno in bici, sapendo di dover pedalare sotto la pioggia per 40 minuti.

No, sebbene tutto ciò sia stato fondamentale nel mio viaggio, quando pronuncio le nove lettere della parola “Amsterdam”, parlo di persone. Occhi sconosciuti che improvvisamente vi sorridono perché riconoscono il vostro accento, corpi pieni di vita che hanno condiviso anche solo una serata ballando con voi e parlando da ubriachi delle differenze tra le vostre nazioni, volti che si illuminano nell’incontrarvi per caso all’università dopo esservi conosciuti ad una festa, mani che salutano da lontano e gambe che vi corrono incontro per scambiare una parola con un accento straniero prima della prossima lezione, compagni di viaggi inaspettati in villaggi a forma di stella, amici nuovi a cui poter raccontare la vostra vita e amici di una vita che sono più vicini di quanto la distanza chilometrica possa separarvi. Proprio per questo, nel mio gruppo di amici internazionali, spesso ci ripetevamo che “people make places”.

Se vogliamo trasferire questo concetto in qualcosa di tangibile, ciò che si avvicina di più è la famosa scritta a caratteri ad altezza uomo “I Amsterdam”. Ed è proprio vero, Io sono Amsterdam. Io, così come tutte le altre persone che hanno condiviso questa fantastica parentesi della mia vita fanno parte di Amsterdam. Ed Amsterdam fa parte di tutti noi, che ce ne siamo innamorati anche solo per una sera, restando incantati dalle luci riflesse nei suoi canali, ma troppo impegnati nei nostri discorsi per accorgercene immediatamente.

Troppo sdolcinato ed emotivo? Forse sì.

Ma chiedete a chiunque mi conosca per avere conferma di quanto razionale cerco di essere in ogni momento. Non importa. Amsterdam entrerà di prepotenza a far parte di voi non appena le aprirete uno spiraglio, come quell’ospite non previsto alla vostra festa di compleanno, amico dell’amico che non vedete da anni, che per quanto vi costringiate ad odiarlo per il solo fatto di essere lì, vi farà passare una delle serate più divertenti della vostra vita, e con cui scoprirete di avere in comune di più che con qualunque altro invitato regolare.

Provare per credere.

#7 I 3 consigli che daresti alle persone che stanno per iniziare un Erasmus ad Amsterdam

  1. Uscite dalla vostra comfort zone. Qualunque cosa questo possa voler dire per voi. Chiedete l’ora ad uno sconosciuto anche se avete l’orologio, provate cibo diverso, parlate di politica internazionale con un asiatico, fate pratica di inglese con un canadese, accettate l’invito ad una festa brasiliana anche se non conoscete nessuno, presentatevi a quella tizia carina alla festa brasiliana! Allontanatevi dalla cerchia degli amici italiani. Posso assicurarvi che anche non volendolo ne conoscerete a decine, quindi concentratevi sul venire a contatto con altre culture. Pensate solo a quante cose potete imparare in una sera non propriamente “comune” e moltiplicatele per il numero di giorni del vostro Erasmus.
  2. Partite con un piano. Figata l’erasmus! Bella zio, mi hai convinto! Vado ad Amsterdam a sfondarmi di canne e chissene dell’uni. Ecco, spero che il messaggio passato finora non sia di questo tipo. Il fatto di avere un piano è molto importante. Cercate di capire in anticipo quello che dovrete fare come studenti e come funziona il sistema universitario, così da farvi un planning per compiere al meglio il vostro dovere. Questo perché ci saranno troppe cose che vorrete fare al di fuori dell’università, per sprecare il vostro tempo a ripetere esami che “dovete passare altrimenti non vi arriva la borsa di studio”. Il tempo passerà persino troppo velocemente e il rischio è quello di tornare a casa dopo sei mesi con la sensazione di aver solo studiato e non aver vissuto la città a dovere. Quindi partite con le idee chiare su esami e date, e abbiate sempre un piano B!
  3. Godetevi ogni giorno del vostro erasmus come se fosse l’ultimo. Il tempo è relativo, questo lo si sa e in Erasmus acquisirà un significato ancora più particolare. Una cosa è certa: non sarà mai abbastanza. Quindi cercate di sfruttare tutte le occasioni che potete per uscire di casa e incontrare persone nuove. Prendete in mano la situazione e organizzate un’uscita o un viaggio con il vostro gruppo di amici. Fate una lista di cose quasi impossibili che volete fare. Finirete con il farne buona parte e di sicuro molte di più di quelle che vi sareste immaginati all’inizio.

#8 Consiglieresti Amsterdam come meta di un Erasmus?

Se non si fosse capito dalle mie risposte sopra: nella maniera più assoluta…SÌ!

#9 Invece, se ce ne fosse occasione, ti trasferiresti ad Amsterdam?

Dipenderebbe dalla mia situazione personale. Probabilmente allo stato attuale delle cose e della mia vita privata, preferirei passare qualche anno da qualche altra parte, ma sicuramente consiglio Amsterdam come città in cui vivere a chiunque voglia partire per un paese ospitale, all’avanguardia in molti campi, ma che non dimentica le proprie tradizioni, dove è possibile incontrare persone di ogni continente (sono 180 le nazionalità presenti ad Amsterdam) e dove si può fare carriera in modo onesto e meritocratico, senza doversi ammazzare di lavoro ogni giorno, valorizzando il tempo libero e le attività alternative.

#10 Un saluto nella lingua locale! 🙂

Doei-doei! 🙂

Posted in:

Martina

Sono Martina, abito a Padova e nella vita, oltre ad essere un’instancabile viaggiatrice, sono una Web Developer a tempo pieno. Amo la fotografia. Spero di riuscire ad ispirare chi, come me, è animato da una grande passione per la scoperta di posti nuovi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *