Ma che fastidio vi danno, i travel blogger?

Il fattaccio

Un paio di settimane fa, in uno dei tanti gruppi a tema viaggio di cui faccio parte su Facebook, si è scatenata una polemica alquanto sterile a tema “cosa ne pensate dei travel blogger”. Fermo restando che già la domanda di per sè non ha molto senso (come chiedere: “Cosa pensate degli insegnanti?”), andiamo oltre.

Il mood diffuso tra i circa 200 commenti (!) oscillava tra “sono persone egocentriche che scrivono per vantarsi, anche se non sanno cosa vuol dire viaggiare” all’ormai consolidato “gente che viaggia gratis (nda. ma magari!) e che vi parlerà bene di qualsiasi posto in cui viene pagato/a”. Alcuni hanno scritto di preferire le guide stampate o le informazioni fornite dagli enti del turismo e che per loro “i blog potrebbero non esistere“.

In certi casi l’accanimento era davvero tangibile. Allora ci ho pensato e sono giunta ad una conclusione: quello che ho reputato più deludente in tutta la faccenda è che la scelta di condividere in rete esperienze di viaggio con il mondo venga svalutata con diffidenza tale da identificare indistintamente la maggior parte delle persone che lo fanno come dei mercenari a disposizione del miglior offerente, semplicemente perchè di tanto in tanto ottengono un ritorno dal loro lavoro.

Le esperienze sono soggettive perchè vissute in prima persona

E’ grazie al web che possiamo parlare di condivisione a 360°, senza limiti e (quasi) senza frontiere. Ed è anche grazie alle persone che condividono parte della propria vita online se oggi, in qualsiasi momento, possiamo reperire informazioni precise su praticamente qualsiasi cosa, informazioni riportate da persone che hanno vissute le esperienze sulla propria pelle. Ad esempio, è grazie al travel blogging e ai social network che ho scoperto interesse verso alcune destinazioni di cui prima sapevo poco o niente.

Questo ha delle implicazioni. In molti commenti si sosteneva di aver riscontrato negli articoli dei travel bogger un atteggiamento altezzoso come a dire “Io ho fatto così ed è la scelta migliore”. E’ ovvio che il blogger in quello che scrive ci metterà del suo e che, in quanto tale, si riferirà alle proprie esperienze personali. Non è detto che quello che lui/lei ha preferito sarà sempre quello che preferirete voi. Il blogger scrive di esperienze vissute davvero, ci saranno autori con cui vi sentirete più compatibili, altri meno. Ma questo non vale forse per qualsiasi consiglio dato anche offline? Dal vostro amico o vicino di scrivania?

Il materiale proposto nei blog è gratis

Senza contare una cosa fondamentale stranamente ignorata: la totale gratuità dei contenuti che un blog mette a disposizione del mondo intero. Informazioni accessibili 24/24h a costo zero. E alla critica “lo fanno solo per guadagnare” rispondo che il tempo che impieghiamo per scrivere un articolo, scegliere le foto, editarle, ottimizzarlo lato SEO, ammonta ad ore ed ore di lavoro. Il settore travel è proprio quello sbagliato per immergersi nel mondo del blogging con la sola idea di guadagnare. Una volta pubblicato l’articolo potete usufruire del frutto di ore di lavoro a costo zero, se siete interessati all’argomento.

Nessuno vi costringe a leggerli – soprattutto! – ma perchè svalutare condendo di pregiudizi il prodotto di ore di lavoro, svolto in buona fede e offerto al mondo gratis? E cosa c’è di male nel provare, quantomeno, a riceverne qualcosa in cambio per ricompensare il proprio tempo investito, dandogli un valore che vada un po’ oltre la soddisfazione personale?

In quale momento, quindi, l’ago della bilancia si è drasticamente spostato dall’apprezzare chi condivide informazioni online in modo gratuito a screditarlo per il semplice fatto che, talvolta, guadagni qualcosa? Vi posso assicurare due cose:

  1. se una persona non ci mette un minimo di passione, non guadagnerà neanche 1 euro con un blog di viaggio.
  2. se il blog non farà visite, nemmeno.

Perchè permane questa diffidenza di fondo, con una nota spiccata di invidia tradizionalmente italiana, verso tutto quello che non è “spaccarsi la schiena in miniera”?

Perchè questa avversione nei confronti dei blogger

Risposta: perchè su mille blogger ce ne sarà uno che guadagnerà migliaia di euro a post, che probabilmente sarà a posto per la vita (sua e forse dei figli) e potrà continuare a fare questo per sempre. Anche se qui avrei voglia di affrontare un altro argomento ostico, cioè la tendenza a confondere blogger con influencer. Ma per oggi ve la riparmio! A me e a tutti voi farebbe gran piacere far parte di questa minuscola percentuale, ma non è così. Vogliamo quindi accanirci contro gli altri 999 se, in cambio di un servizio ben svolto, qualcuno di loro viene ospitato in una struttura o riceve un paio di centinaia di euro per la redazione di un articolo? Ragazzi, non è nulla di nuovo! I viaggi stampa esistono da quando esiste l’editoria di viaggio su carta. Giornalisti e autori viaggiano e vengono ospitati per scrivere di strutture e località. Personalmente, quando mi capita, non ci vedo nulla di straordinario.

Vuol dire che tutti i blogger sono onesti e scrivono bene? Assolutamente NO! Del marcio c’è in qualsiasi cosa, in qualsiasi professione. C’è sempre chi ha un ritorno troppo grande rapportato alle proprie competenze (volete dirmi che nei vostri uffici non succede? Beati voi.) e le ingiustizie sono sempre dietro l’angolo. C’è la persona che oggettivamente guadagna tantissimi soldi con poca fatica, e questo dà fastidio, è chiaro.

La mia conclusione

Credo però che lamentarsi in modo così generalista di persone che, alla base, scelgono di condividere le proprie esperienze online e addirittura uscirsene con un bel “ormai ce ne sono troppi”, sia sintomo di una mentalità profondamente retrograda. Il web non è solo il futuro, il web è il presente. A tal punto che, in certe declinazioni, è già passato! Il mondo del web muta, cresce, si modifica e risponde a dinamiche e richieste sempre differenti. Per me non sarà mai un problema la quantità di informazioni online. Per quanto riguarda la qualità, beh su quella dobbiamo metterci del nostro, da utenti. Se qualcosa non ci piace, passare semplicemente oltre.

Mi piace pensar che alla base di tutto valga sempre un concetto: l’informazione, la libertà di parola e la condivisione di informazioni sono alcuni degli strumenti migliori che abbiamo a disposizione al giorno d’oggi. Per questo, vanno incoraggiati.

Che poi, in fondo, la domanda sorge spontanea ed è rivolta a tutte le persone che hanno commentato quel famoso post con commenti spiacevoli: ma esattamente, i blog, chi vi costringe a leggerli?

Perdonate l’aciditè, a mia difesa posso dire che di post così ne scrivo molto pochi.

Martina

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Martina

Sono Martina, abito a Padova e nella vita, oltre ad essere un’instancabile viaggiatrice, sono una Web Developer a tempo pieno. Amo la fotografia. Spero di riuscire ad ispirare chi, come me, è animato da una grande passione per la scoperta di posti nuovi.

16 Comments

  1. Ciao Martina,
    probabilmente è stato proprio grazie a quel polemicissimo post nel gruppo Facebook di cui parli che ho incrociato il tuo blog fra tanti commenti aspri, conditi di malevola invidia.
    Condivido pure io tutto del tuo articolo, pur essendo all’inizio del mio percorso da blogger, che fino ad ora mi ha dato un gran lavoro nessun ritorno economico. Fa niente, non è quello l’obiettivo per il quale ho deciso di pubblicarlo: la libertà e l’orgoglio di poter gestire uno spazio proprio non hanno prezzo.
    Detto questo, benvengano questi post un po’ “acidi”, almeno i detrattori della categoria blogger potranno (finalmente) avere l’opportunità di vedere un altro punto di vista. Perché, in fin dei conti, questi tanto detestati blog di viaggi li leggono pure loro, eccome.

    Un abbraccio.

    • Ciao cara Elisa,
      è vero ci siamo conosciute proprio in quell’occasione. Quindi comincio con il dire che, dopotutto, ha portato qualcosa di positivo! 🙂
      Non sono solita farmi colpire da queste polemiche, solitamente passo oltre e non mi inserisco nemmeno nelle conversazioni, non ne vale la pena.
      Ma quel thread che tu conosci bene è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ho letto troppe cose, insieme, che mi hanno infastidita.
      Continuiamo a gestire con orgoglio il nostro spazio, a farlo con passione, con ambizione – sì! – ma mai con saccenza. E quello che porterà di buono sarà tutto meritato!

      Un abbraccio,

      Martina

  2. Cara Martina, il tuo sfogo è legittimo. Purtroppo il web e il ritmo di vita contemporaneo ci hanno abituati a tanta superficialità. Si danno giudizi frettolosi senza neanche approfondire l’argomento di cui si parla, soprattutto si danno giudizi negativi perché è più facile, fa più figo. Io ho deciso di aprire il mio piccolo, piccolissimo e sconosciutissimo blog perché mi piace raccontare dei miei viaggi, forse è più un diario per me. Poi, grazie anche al supporto delle TBI mi sto accorgendo che le persone iniziano a leggermi e mi fanno i complimenti. Sono le parole che leggo nei commenti, o il numero di visite di un certo post che mi gratificano. Io non cerco visibilità e soprattutto non cerco la vacanza gratis come non lo fai tu. Scrivi perchè ti piace e se qualcuno ti legge e ti “ricompensa” per la tua fatica e il tuo tempo, meglio così ma no sei una mercenaria. Trovo che le informazioni che si leggono sui blog (su certi blog ovvio non su tutti) siano estremamente utili per chi vuole organizzare un viaggio. Sta all’utente trovare un blog in linea con le proprie passioni, con il proprio stile e anche con il proprio budget. Ti abbraccio e… non mollare!

    • Cara Antonella,

      grazie per il tuo supporto! E’ proprio così, i giudizi sono frettolosi e spesso provengono da persone che dell’argomento non sanno proprio nulla.
      Credo sia sempre doveroso quantomeno informarsi e crearsi una panoramica un po’ più ampia prima di esprimere opinioni così decise. Anche io credo che i commenti dei nostri lettori e le visite siano la gratificazione maggiore. Se da qui, poi, nascono delle buone opportunità per conoscere nuove realtà e parlarne nei nostri articoli, non vedo cosa ci sia di male. Dando ovviamente per scontato di mantenere sempre integrità ed onestà come basi di tutto il nostro lavoro. Vorrei proporre a queste persone di provare a mettersi al PC, la sera dopo il lavoro, e pubblicare articoli su articoli!

      Un abbraccio a te, vado subito a fare un giretto sul tuo blog 🙂

      Martina

  3. Condivido tutto ciò che hai scritto, Martina.
    Perché tutto questo accanimento?
    Per una persona che lo fa per soldi e visibilità, poi, ce ne sono mille che lo fanno per pura passione, per condividere le loro esperienze e cercare di aiutare gli altri.
    Io prima di un viaggio leggo centinaia di blog, e mi aiutano tantissimo nell’organizzazione. Non potrei farne a meno!
    Queste son le classiche persone che han bisogno di dare aria alla bocca, purtroppo… Ignoriamole!

    • Ciao Jessica,

      hai proprio ragione!
      Le stesse persone che non si rendono conto di quanto fosse più complesso organizzare un viaggio senza tutte le informazioni che oggi possiamo reperire online.
      Certo, sono tante, si perde un po’ di “improvvisazione”, magari. Ma per me sono fondamentali.
      Dovremmo proprio ignorare queste voci 🙂

      Un abbraccio,

      Martina

  4. Eh, allora. Il fattaccio scatenante è interessante. Cioè, gente che sta su facebook e che quindi potenzialmente naviga con nonchalance il web e si fa convincere dalle recensioni su tripadvisor per la scelta del ristorante non si fida dei blogger perché sono – a sentir loro – non obiettivi e a caccia del viaggio aggratis da recensire bene. Ma magari – e qui ti cito – si viaggiasse sempre gratis! E comunque chi davvero viaggia gratis (se così vogliamo dire) passa il tempo in viaggio e il tempo successivo a lavorare. è lavoro, o comunque impegno, in alcun modo mai inganno. Perché non ci si guadagna niente. Che poi, questa cosa del viaggio gratis è vecchia quanto il mondo, perché prima dei blogger in viaggio spesati ci andavano (e ci vanno tuttora) i giornalisti e gli agenti di viaggio! Ricordo benissimo l’agente di viaggio cui mio padre si affidava per prenotare le vacanze in Sardegna negli anni ’80 che gli faceva vere e proprie recensioni – a voce – sulle varie strutture alberghiere che aveva visionato di persona. E allora? Cosa fanno di nuovo e di diverso i blogger?
    Seconda riflessione. C’è chi fa il (travel)blogger per lavoro e chi per passione. Il pericolo più grande nasce da chi, facendolo per lavoro vede in chi lo fa per passione il nemico, colui che ne sminuisce il valore a livello di categoria. La mia risposta a questa guerra tra poveri è che, lungi da me rubare il lavoro a chi in questo ramo vuole diventare un professionista di riferimento, il travelblogger che semplicemente viaggia senza aver bisogno di un tornaconto economico ma solo con il gusto di raccontare le sue esperienze regala davvero se stesso alla rete e non toglie proprio nulla, anzi arricchisce col suo contributo il dibattito.
    Sono una travelblogger per passione dal 2006, ma la mia passione ha fatto sì che io sviluppassi una professionalità nel mio ramo, per cui sono parecchio sensibile all’argomento. Ti chiedo anzi scusa per tutta questa prolissità!

    • Cara Marina,

      grazie per aver condiviso i tuoi pensieri, vedo che la pensiamo allo stesso modo.
      Il punto è esattamente questo: i viaggi stampa esistono praticamente da quando esiste il turismo! Quindi non capisco cosa faccia così scalpore. Come ho già scritto credo che alcuni “casi limite”, oggettivamente discutibili, abbiano ormai definito e svalutato un’intera categoria che, alla base, punta solo a condividere esperienze e a diffondere la passione per il viaggio. Ed evidentemente molte persone non riflettono abbastanza su questo prima di esporsi con sentenze di quel genere.
      Per il discorso del farlo o meno di professione, per me vale lo stesso e sinceramente se mi capita qualche buona occasione di lavorare con realtà interessanti non ci vedo nulla di male a coglierla. Sarà pur sempre un qualcosa da svolgere compatibilmente al mio “vero” lavoro. Chi lo fa per professione non ha ragione di sentirsi minacciato. E in qualsiasi caso, siamo tutti liberi di raccontare i nostri viaggi nel web! Se ne traiamo qualche vantaggio, vuol dire che il nostro sforzo viene apprezzato e che ce lo meritiamo 🙂

      Un abbraccio,

      Martina

  5. Condivito tutto!
    E poi, dubito fortemente che tra tutte le persone che commentavano negativamente la figura del travel blogger, nessuna abbia mai cercato su google “cosa fare a…” almeno una volta nella vita!

    • Bravissima, Silvia.
      Si sono concentrati tutti sul “viaggiare gratis”, nessuno sul valore di informazioni distribuite gratuitamente al mondo, loro compresi.
      Tanta superficialità!

      Un abbraccio,
      Martina

  6. Ciao Martina,

    Come non condividere il tuo post?
    Penso che a monte ci sia anche un atteggiamento, un po’ diffuso in Italia, del giudizio gratuito, affrettato e indiscusso. Tutti leoni da tastiera pronti a giudicare ed emettere sentenze come se non ci fosse un domani. E come se le parole non avessero peso. Ma uniti nella volontà di minare una collettività che vuole solo condividere pur non guadagnando, pur sacrificando buona parte del proprio tempo libero. Difendersi da tutto questo non è semplice, ma è vitale per portare avanti questo “lavoro”. La gente ignora la costanza, lo studio, i sacrifici e l’amore che un blog richiede. Tu, però, impara a lasciarti scivolare queste cattiverie gratuite di dosso. Il tuo lavoro, la tua condivisione, sono più importanti. Perché tra la popolazione del web c’è chi apprezza l’amore e la cura di blogger che come te scrivono per condividere.

    • Cara Carlotta,

      grazie di cuore per il tuo commento e la tua riflessione, che non posso che condividere al 100%.
      Noto anche io che in Italia questo atteggiamento è più diffuso, chiaro sintomo di una mentalità molto superficiale e spesso ancorata a concetti ormai vecchi, soprattutto relativamente al mondo del web e delle professioni che sono nate negli ultimi anni. Come ho scritto, per me la condivisione sarà sempre e solo positiva!

      Un abbraccio,

      Martina

  7. Condivido tutto, dalla prima all’ultima parola! Premetto che io faccio parte di quei blogger che non “scrivono per vivere” nel senso che nella vita vera lavoro in un ufficio: il blog è una passione alla quale dedico tante ore del mio tempo libero e ogni tanto il frutto di questo impegno mi permette di guadagnare poche centinaia di euro all’anno per qualche articolo. Non viaggio gratis e purtroppo le catene alberghiere non mi pagano per dormire nelle loro strutture! Per cui mi stupisco davvero della cattiveria e dell’invidia di tanta gente che si permette di esprimere dei giudizi su cose che non conoscono affatto, cosa che tra l’altro tantissime persone fanno in qualsiasi settore… A questi criticoni mi piacerebbe raccontare di come invece io abbia praticamente smesso di usare TripAdvisor e siti simili: se devo andare in un posto che non conosco, tendo a fidarmi di più dei consigli dei blogger che seguo. Poi per carità, ci sono quelli più simpatici e quelli che lo sono meno, ma questo è un altro discorso.
    La tua domanda è azzeccatissima: chi li costringe a leggerli?
    Ah, dimenticavo: complimenti per il blog che ho scoperto grazie al gruppo delle Travel Blogger Italiane 🙂

    • Ciao Silvia!

      Grazie per essere passata e per avermi lasciato questo bel commento di supporto ed incoraggiamento 🙂
      Vedo che la pensiamo allo stesso modo, mi fa molta rabbia leggere commenti così incattiviti diretti a tutti noi, quando invece dovrebbero riferirsi solo ad una piccola minoranza.
      Investiamo tanto tempo in questa passione per il piacere di condividere. Ribadisco che dovrebbe essere apprezzato a prescindere! E di sicuro non sono quelle piccole ricompense di tanto in tanto a cambiarci la vita. 😀
      Poi ognuno seguirà i blogger a lui/lei più affini.

      Grazie per i complimenti!

      A prestissimo,

      Martina

  8. Ciao Martina!!! Condivido ogni singola parola di questo post, davvero! Ti dirò che in questi anni ho pensato e ripensato ad aprire un mio blog, ma non ho mai avuto il coraggio e la passione forse per provarci… scoraggiata un pò per questo mondo che ci gira intorno e anche per l’impegno che comporta ovviamente! Seguo tantissimi travel blogger, ci sono quelli che preferisco per contenuti e suggerimenti, quelli che mi ispirano con mete insolite e poi ci sono quelli che ho smesso di seguire perchè sono diventati soltanto degli influencer e di viaggi non dicevano proprio più nulla… o meglio, indirizzavano i loro contenuti solo ed esclusivamente pubblicizzando qualcosa! Purtroppo però al giorno d’oggi sembra che la maggior parte della gente abbia molto più tempo per criticare, infangare il lavoro e la passione della gente, piuttosto di togliere un like e interessarsi solo di quello che ritiene opportuno… ed è questo che mi fa imbestialire! Tutto ciò per dirti che devi essere fiera del tuo blog, di quello che scrivi, sei sempre molto vera e preziosa! Continua così! E complimenti per l’impegno! Un abbraccio

    • Ciao Silvia!

      Quello che mi fa più piacere sapere è che il mio seguito è per lo più composto da persone preziose come te che apprezzano le informazioni che condivido e che hanno fiducia in quello che scrivo. Come giustamente hai scritto anche tu, ciascuno potrà individuare i blogger con cui si sente più compatibile e scegliere di seguire i loro consigli più volentieri di altri. Sarà per stile di viaggio, scelta delle destinazioni, budget. I motivi sono tantissimi! L’importante è non considerare le informazioni come “cadute dal cielo”, dietro le quinte c’è tanto lavoro, tanto tempo e serate passate al pc. Per questo mi ha dato tremendamente fastidio che la prima critica riguardasse il piccolo ritorno che, di tanto in tanto, abbiamo dal nostro blog. Fortunatamente ci sono persone come te che riconoscono l’impegno e non colgono queste occasioni per dire “allora non mi fido”.

      Per quanto il tuo pensiero riguardo all’aprire un blog, io ti consiglierei quantomeno di provarci! Fai dei bellissimi viaggi, alcuni anche molto di nicchia (e questo è davvero interessante!) e sicuramente ti piace condividere foto e pensieri in viaggio. 🙂 Io mi butterei! Vedrai che, una volta superato lo scoglio iniziale del “creare un blog” sarà bello avere un tuo spazio. Deciderai poi tu come usarlo.

      Un abbraccio a te e grazie come sempre per il supporto!

      Martina

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