Viaggiare con i bambini: I consigli per le vacanze kid-friendly

La grande famiglia dei viaggiatori non è composta solo da backpackers che vagano per il mondo partendo con un biglietto di sola andata. E’ composta anche da persone come me e come gran parte di voi che, come in una partita di tetris, cercano di incastrare ogni viaggio con la propria vita ordinaria, il lavoro, le responsabilità e, a volte, anche la famiglia.

In questo post affrontiamo un argomento spesso dibattuto: viaggiare con i bambini.

Ho deciso di intervistare Cristina Papini, blogger di Galline Padovane, per farci raccontare le esperienze di viaggio vissute con suo figlio Andrea. Cristina ci regala dei consigli utili per affrontare e vivere al meglio l’avventura del viaggio in compagnia dei più piccoli.

 

#1 Quando hai/avete fatto il primo viaggio con vostro figlio? Qual è stata la destinazione?

Il primo viaggio con Andrea risale a settembre 2013 quando aveva 14 mesi. Destinazione Londra per un soggiorno di 20 giorni nel quale mio figlio ha imparato a camminare da solo e anche a dormire per la prima volta tutta la notte.

#2 Quali sono, per la tua esperienza, i modi migliori in cui intrattenere i bambini durante un viaggio per renderlo piacevole? Parliamo proprio del tragitto per arrivare a destinazione, che sia questo in auto, aereo o altro.

Quando viaggio con mio figlio non mi faccio mai mancare il pupazzo del cuore, qualche macchinina e un notes con delle matite per colorare. Semplici accorgimenti che possono intrattenere un piccolo di pochi anni.

#3 Ci sono degli accessori che ritieni assolutamente indispensabili quando si viaggia con dei bambini piccoli? Quelli senza cui non parti!

Mio figlio ha poco meno di quattro anni quindi è ancora piccolino. Difficilmente mi muovo senza un cambio di vestiti a portata di mano, salviette umidificate e una bottiglia di acqua da bere.

#4 Quali sono secondo te gli accorgimenti migliori da avere quando si pianifica un itinerario a cui parteciperanno anche dei bambini?

Viaggiare in compagnia di amici con figli di pari età. I piccoli si divertono a condividere l’esperienza del viaggio con gli amichetti, e per i genitori è un piacevole momento di confronto.

#5 Per la tua esperienza, i bambini come vivono la sensazione di scoperta legata ad un viaggio in una nuova destinazione?

Sia nelle esperienze di viaggio fuori Italia, sia in quelle a pochi km da casa ho riscontrato in Andrea una sorta di step importante di crescita.
Dal raggiungimento delle prime autonomie allo stimolo della curiosità. Viaggiare è un’opportunità che reputo incredibilmente formativa e, così come fecero i miei genitori con me, ritengo importante trasmettere a mio figlio la voglia di mettere il naso fuori casa alla .

#6 Tra i luoghi che hai visitato, ce ne sono alcuni che reputi più “a misura di bambino”? A partire dai servizi fino alle attività.

In poco meno di quattro anni mio marito ed io abbiamo portato nostro figlio tre volte all’estero e in diverse località del nord Italia.
Devo ammettere che le mie esperienze estere sono risultate maggiormente baby-friendly soprattutto in termini di facilities (dai fasciatoi, ai seggioloni, agli spazi per passeggini nei mezzi di trasporto). Nel 2013 ad esempio, non esisteva un solo fasciatoio in tutto l’aeroporto di Venezia (ora li hanno finalmente messi!) mentre a Londra o Berlino trovi fasciatoi anche nei pub più improbabili.

#7 L’espisodio buffo o (simpaticamente) imbarazzante che più ti ricordi quando hai viaggiato con tuo figlio

Mi viene ancora da ridere se penso al controllo bagagli avvenuto all’areoporto di Heathrow prima del rientro in Italia dopo un lungo soggiorno a Londra.
Avevamo messo tutti i giochi di Andrea (una quantità industriale… lo ammetto) in un bagaglio dedicato che era risultato sospetto. Dietro di noi una coda lunghissima di persone in attesa. La polizia doganale prende la valigia, la apre e inizia a sfilare uno dopo l’altro la miriade di giochini che avevamo accumulato durante il soggiorno. Non mi ero resa conto fossero così tanti.
Gioco dopo gioco saranno uscite decine di oggetti e, mentre le persone in attesa se la ridevano di gusto per questa improbabile sfilata, se ne esce finalmente l’articolo incriminato, una macchina elettrica che avevamo scordato accesa e che evidentemente interferiva con la strumentazione di controllo.
E mentre tutto ciò accadeva un signore italiano immediatamente dietro di noi si rivolge al piccolo Andrea, all’epoca ancora un bebè, chiamandolo ridendo “Ehi tu, piccolo dinamitardo”.

Martina

Sono Martina, abito a Padova e nella vita, oltre ad essere un’instancabile viaggiatrice, sono una Web Developer a tempo pieno. Amo la fotografia. Spero di riuscire ad ispirare chi, come me, è animato da una grande passione per la scoperta di posti nuovi.

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